“Statuario” All’interno di uno stabile d’epoca l’immobile che proponiamo in vendita si presenta in condizioni originali ed è composto da: soggiorno con angolo cottura, camera matrimoniale, cameretta, bagno e balcone. Completa la proprietà un giardino di mq. 50 a cui si può accedere anche dalla via. Curiosità: Questa borgata si chiama Statuario per le numerose statue rinvenute nella vicina antica villa dei Quintili, ora conservate, in gran parte nei Musei Vaticani. I saggi e ricchi fratelli Quintili, Massimo e Condiano, uomini d’arme e autori d’opere di agraria, furono fatti uccidere, per avidità delle loro ricchezze, da Commodo, che confiscò la loro villa e l’abbellì col capriccioso lusso che gli era abituale. Nel secolo III essa fu ingrandita e restaurata; e nel secolo XV il suo ninfeo fu trasformato in castello. Le maggiori rovine della villa sono sulla terrazza prospiciente l’Appia Nuova, da cui si gode una magnifica veduta dei Castelli Romani. La borgata è chiamata anche Caroni dal cognome dell’ingegnere Italo, che stipulata nel 1941 una speciale convenzione col Comune di Roma, vi edificò numerosi villini. Gli inizi dell’attuale, attività religiosa nella zona, risalgono al Natale del 1940, quando le suore bige Elisabettine di Via Marsico Nuovo vi aprirono una cappellina che, in breve, dovette cedere il posto ad un ambiente più vasto sebbene più modesto; un’ampia baracca di legno la quale, a sua volta, fu sostituita da una spaziosa aula scolastica,
"Statuario" All'interno di uno stabile d'epoca l'immobile che proponiamo in vendita si presenta in condizioni originali ed è composto da: soggiorno con angolo cottura, camera matrimoniale, cameretta, bagno e balcone. Completa la proprietà un giardino di mq. 50 a cui si può accedere anche dalla via. Curiosità: Questa borgata si chiama Statuario per le numerose statue rinvenute nella vicina antica villa dei Quintili, ora conservate, in gran parte nei Musei Vaticani. I saggi e ricchi fratelli Quintili, Massimo e Condiano, uomini d’arme e autori d’opere di agraria, furono fatti uccidere, per avidità delle loro ricchezze, da Commodo, che confiscò la loro villa e l’abbellì col capriccioso lusso che gli era abituale. Nel secolo III essa fu ingrandita e restaurata; e nel secolo XV il suo ninfeo fu trasformato in castello. Le maggiori rovine della villa sono sulla terrazza prospiciente l’Appia Nuova, da cui si gode una magnifica veduta dei Castelli Romani. La borgata è chiamata anche Caroni dal cognome dell’ingegnere Italo, che stipulata nel 1941 una speciale convenzione col Comune di Roma, vi edificò numerosi villini. Gli inizi dell’attuale, attività religiosa nella zona, risalgono al Natale del 1940, quando le suore bige Elisabettine di Via Marsico Nuovo vi aprirono una cappellina che, in breve, dovette cedere il posto ad un ambiente più vasto sebbene più modesto; un’ampia baracca di legno la quale, a sua volta, fu sostituita da una spaziosa aula scolastica,